Delle centinaia di prodotti tipici sardi, più meno famosi,
più o meno graditi a seconda dei palati,
più o meno sofisticati, uno tra tutti è forse quello che può considerarsi
rappresentativo e simbolo di una regione intera: il pane Carasau.
Conosciuto anche come pane
‘e fresa o carta da musica, originario
dalla zona della Barbagia, ediffuso in tutta l’isola, si narra sia un prodotto
nato già durante l’età del bronzo, in concomitanza con la civiltà nuragica.
Da tradizione il ciclo di lavorazione del pane è detto, dal
dialetto sardo, Sa cotta, e
rappresentava, fino aqualche decennio fa, prima della diffusione e
commercializzazione industriali dei prodo, un vero e proprio rito famigliare
che vedeva il raccoglimento delle donne per la produzione del pane che, una
volta pronto, oltre a essere consumato sarebbe stato anche usato come merce di
scambio con altre famiglie per ricevere olio, ricotta o altri tipi di aiuto.
Tale ciclo è diviso in sette lunghe e complesse fasi, s’inthurta, cariare, pesare, orire, illadare, kokere e fresare, fino al raggiungimento della
tipica e nota forma discoidale e della
croccantezza e leggerezza che lo contraddistingue.
Oggi il pane Carasau ha forse parzialmente perso la sua
unicità ed esclusività, questo a causa della commercializzazione su larga scala
in tutto il territorio nazionale, e non è più un prodotto frutto delle lunghe
ore di lavoro e dei rituali gastronomici delle famiglie sarde, ma sicuramente è
ancora, a grande ragione, motivo di vanto e orgoglio per la Sardegna e la sua
comunità, un orgoglio che viene esportato nella penisola e in tutto il mondo.
posted by Marianna
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